LA CRISI FA PAURA
La crisi fa paura: per 8 italiani su 10 è un incubo con il quale, nella migliore delle ipotesi, dovremo convivere ancora per diversi anni. In particolare: per il 45,2% degli italiani le cose peggioreranno e la visione del futuro è decisamente pessimistica. Mentre il 37,6% pensa che passerà, ma ci vorranno ancora diversi anni.
Gli italiani, per necessità o per scelta (la paura del futuro inibisce la spesa), stanno tagliando i consumi: l’alimentare è il settore che regge, meglio degli altri, alla prova “risparmio”. Con il suo 10,9% d’italiani che ammettono di spendere meno per acquistare cibo e bevande, diventa fanalino di coda di questa graduatoria, che fa capire l’entità reale di questo difficile momento per il consumatore. Le percentuali di quanti tagliano alcuni acquisti a seguito della crisi, sale al 60,9% degli italiani per viaggi e tempo libero (fuori casa), al 47,9% per arredamento e rinnovo della casa, al 47,1% per scarpe e abbigliamento al 40,1% per tempo libero a casa (libri, giornali, pay tv, giardinaggio), al 36,8% per telefonia e computer, al 29,2% per computer ed elettrodomestici al 36.8% per investimenti finanziari e assicurativi e al 28,3% per le spese di mobilità e per la benzina.
La crisi, non essendo più un fenomeno congiunturale, sta assumendo però nel tempo le caratteristiche tipiche dei fattori strutturali: sta modificando, in maniera stabile, il modo degli italiani di concepire il cibo e l’alimentazione. Per il 75,1% degli italiani il ripensamento e la revisione dei modelli consolidati, sta portando avanti una linea più consapevole e individualista, con l’ uscita da mode e modelli ideologici di approccio al cibo, che si riassume nell’affermazione “scelgo sempre di più con la mia testa”.